La mattina del 2 maggio tra il verde e il sole di Parco Ducale c’erano centinaia di ragazzi, insegnanti, operatori, volontari, rappresentanti delle istituzioni, tutti riuniti per l’evento conclusivo di un percorso lungo un anno. Un anno fatto di incontri, progetti, testimonianze. Un anno in cui la sicurezza stradale non è rimasta solo una parola, ma è diventata racconto, confronto, esperienza vissuta.
L’iniziativa, promossa dall’Ufficio Scolastico Provinciale di Parma, ha coinvolto oltre cinquanta classi degli istituti superiori della città durante l’anno scolastico 2024/25. E oggi, nel cuore del Parco Ducale, si è celebrato il traguardo: non una fine, ma un nuovo inizio, con occhi più consapevoli e cuori forse un po’ più attenti.
Un teatro che fa pensare, non solo applaudire
A dare il via alla giornata è stato lo spettacolo teatrale I Vulnerabili della compagnia Zelda di Venezia. Uno spettacolo potente, che ha saputo toccare corde profonde. Sul palco, la fragilità dell’essere umano si è intrecciata con la forza della responsabilità. Una storia che ha parlato ai ragazzi con il loro linguaggio, senza filtri, per dire una verità semplice: sulla strada siamo tutti vulnerabili.
Un parco trasformato in laboratorio di vita
Poi il Parco si è animato. Tra gli alberi, i gazebo e i mezzi operativi hanno creato un vero e proprio villaggio della prevenzione. Ogni tappa era un’esperienza concreta, progettata per far capire — con il corpo, non solo con la mente — quanto sia sottile il confine tra distrazione e tragedia.
- Il Pullman Azzurro della Polizia Stradale ha accolto gli studenti con simulatori di guida e occhiali speciali, capaci di alterare la vista e la percezione, mostrando cosa succede quando si guida sotto effetto di alcol o droghe.
- La Pubblica Assistenza di Parma ha spiegato, con professionalità e pazienza, come si interviene in un incidente, come si pratica una rianimazione, come ogni secondo può fare la differenza.
- La Polizia Locale, con i suoi percorsi interattivi, ha portato i ragazzi a “mettersi nei panni” di chi guida senza vedere, senza riflettere, senza sapere cosa rischia.
- L’ACI ha mostrato due Ferrari — una da corsa, l’altra da strada — per spiegare che la sicurezza non dipende dalla potenza del motore, ma dalle scelte di chi è al volante.
Anche noi c’eravamo
Nel cuore del parco, sotto il nostro gazebo dell’Associazione Sonia Tosi, c’eravamo anche noi. Con volantini, parole, ascolto. Ma soprattutto con il nostro progetto:
“Se hai bevuto, non guidare. Se ha bevuto, non farlo guidare.”
Un messaggio chiaro, diretto, che abbiamo portato nelle scuole grazie a incontri con esperti, operatori e testimoni autentici. Con noi, in questo percorso, ci sono stati il Dott. Agosti, il Dott. Fertonani, Michela e Paola di Casa Azzurra, Pasquale e Damiano della Polizia Stradale, Sara e Paola della Polizia Locale, Matteo e Alessandro della Pubblica Assistenza, e gli avvocati Sette, Pirillo e Dadomo. A tutti loro va la nostra gratitudine più sincera.
Quando la testimonianza arriva al cuore
E poi ci sono state Costanza ed Elisa. Le loro parole non avevano effetti speciali, né luci di scena. Ma hanno parlato più forte di tutto. Hanno raccontato cosa significa perdere, cosa significa sopravvivere, cosa significa ascoltare la frase “succede solo agli altri” e sapere che non è vero.
In silenzio, i ragazzi ascoltavano. E in quello stesso silenzio è passata forse la lezione più importante: la vita è fragile, ma può essere protetta. Con scelte responsabili. Con amore. Con attenzione.
Un seme piantato nella coscienza
La giornata si è conclusa con sorrisi, riflessioni, qualche abbraccio e molti pensieri che ognuno porterà a casa. Forse domani qualcuno di quei ragazzi salirà in macchina e si ricorderà di oggi. Forse non guiderà dopo aver bevuto. Forse farà un passo indietro per salvare una vita. E quel “forse” vale tutto.
Noi dell’Associazione Sonia Tosi continueremo ad esserci. Perché ogni volta che una vita si salva grazie a una scelta giusta, Sonia è un po’ più vicina.